Per spiegare cos'è il BIOGAS vi invitiamo a leggere le risposte alle seguenti 5 domande:

  1. Cos'è il biogas?
  2. In quanti modi vengono chiamate queste centrali?
  3. Come funzionano le centrali a biogas?
  4. Perché sono chiamate BIO?
  5. A chi servono queste centrali?
Domande e risposte sono tratte dal VADEMECUM BIOGAS E BIOMASSE, documento a cura del Gruppo di Studio Comitatibiogas Manziana redatto con la collaborazione del Professor Gianni Tamino (biologo di fama internazionale, ordinario presso l'Università di Padova e membro del Comitato scientifico dell'Associazione italiana medici per l'ambiente-Isde (International Society of Doctors for the Enviroment) del Dottor Mauro Mocci, della Dottoressa Antonella Litta, del Professor Michele Corti e del Professore Avvocato Michele Greco. Il VADEMECUM per saperne di più su biogas e biomasse nasce con l'obiettivo di diventare uno strumento di sostegno ai cittadini e ai comitati che desiderano acquisire informazioni da fonti autorevoli e indipendenti da logiche affaristiche.

1.  Cos'è il biogas?Indice

Il BIOGAS è il gas prodotto dalla fermentazione senza ossigeno delle BIOMASSE (residui organici o vegetali, liquami, scarti o prodotti agricoli).

Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas, costituita prevalentemente da metano (almeno il 50%) ed anidride carbonica. Si origina da fermentazione batterica prodotta in condizioni di assenza di ossigeno (anaerobiosi) dei residui di materiale organico di origine vegetale ed animale. Queste le molteplici matrici organiche da cui il biogas può essere prodotto: rifiuti conferiti in discarica ovvero frazione organica dei rifiuti urbani, fanghi di depurazione, deiezioni animali, scarti di macellazione, scarti organici agro-industriali, residui colturali, colture energetiche.

2.  In quanti modi vengono chiamate queste centrali?Indice

Centrali a biogas a derrate alimentari o a colture dedicate, centrali a biogas alimentate con Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani: la frazione umida), digestori o biodigestori anaerobici (per distinguerli dalle centrali a biogas a derrate alimentari), impianti per il trattamento anaerobico dei rifiuti. La questione del linguaggio è stata volutamente trattata in maniera "variegata" per attutire proteste di cittadini che, ben informati, hanno smascherato l'inganno di tutti questi impianti. La distinzione da fare è tra gli impianti funzionanti per combustione diretta e quelli per fermentazione, chiamati rispettivamente a "biomasse" e a "biogas", anche se in entrambi i casi si fa uso di biomasse. Altro tipo di impianto è quello a oli vegetali o bioliquidi.

3.  Come funzionano le centrali a biogas?Indice

Le Centrali a biogas funzionano attraverso un processo di fermentazione-digestione-metanizzazione: trasformano la materia attraverso la "digestione anaerobica" che, in assenza d'aria e per mezzo di batteri che si nutrono della sostanza organica, producono gas/metano e digestato. Il digestato è un rifiuto (codice CER: 190600-03-04-05-06). Il gas captato dalle vasche di fermentazione viene immesso in centrali a gas con motori con potenza solitamente inferiore a 1MW elettrico, dove per mezzo della combustione produce energia elettrica e calore. La digestione anaerobica produce gas (simil-metano) e digestato (liquame) che deve essere trattato poi come un rifiuto.

4.  Perché sono chiamate BIO?Indice

Dietro l'etichetta BIO chi promuove questi impianti ha spesso le carte in regola per partecipare al ricchissimo business del trattamento dei rifiuti.

Il termine "bio" significa vita e richiama l'idea di origine naturale e organica. Nota bene: anche il petrolio e il carbone sono di origine naturale. Il termine "bio" viene utilizzato per attribuire una (FALSA) valenza positiva e "naturale" a questo tipo di impianti in modo da poterli ascrivere al mondo della cosiddetta "green economy". La mistificazione del linguaggio, in questo caso, è strumentale a una politica di proliferazione di queste tecnologie sotto l'ombrello dell'ecologia e del rispetto della natura.

5.  A chi servono queste centrali?Indice

I cittadini pagano più volte: con i soldi per gli incentivi, con le tasse per lo smaltimento dei rifiuti e con la loro salute.

Perché?

Perché queste centrali servono unicamente agli imprenditori che realizzano l'opera, per beneficiare di generosi incentivi statali previsti per le "fonti rinnovabili" (anche se non si può parlare veramente di rinnovabili). Senza incentivi statali verrebbe meno la ragione economica principale di questa attività. In ogni caso è possibile ritenere che la generalizzata propensione alle centrali a biomasse e biogas, oggetto d'iniziative di promozione tramite enti, istituzioni, società di consulenza, rientra anche in una più generale prospettiva di riutilizzo di queste centrali per il trattamento di rifiuti. Infatti, la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) è equiparata alle biomasse con decreto ministeriale. Facile prevedere che una volta costruite queste centrali, invece di essere alimentate con biomasse agricole, di cui l'Italia non dispone e che hanno un costo sempre maggiore, potranno essere alimentate con Forsu, il cui costo di smaltimento è già una prima fonte di redditività che l'imprenditore può acquisire tramite questa impiantistica.

Comitato Anzio, NO Biogas  -  Presidente: Mariateresa Russo valid html  valid css